Il mondo del gluten free: il carrello dei celiaci in Toscana vale 21 milioni, Ad Altopascio e a Calenzano due aziende leader della produzione. Nt Food e Probios: «Saliti al 58% i ristoranti con menu speciali»

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basiado
icon13  view post Posted on 19/6/2018, 11:49




Fonte: Il Tirreno.it

Sono oltre 15.000 i celiaci diagnosticati in Toscana,vale a dire lo 0,38% della popolazione. Senza contare chi non sa di esserlo ma ne subisce gli effetti. Secondo la relazione annuale del 2016 al Parlamento sulla celiachia infatti, solo 1 individuo su 7 è correttamente diagnosticato, con una stima (sempre in Toscana) di individui ancora non diagnosticati pari a circa 22.000.

Sempre per la medesima relazione, nel nostro Paese sono 198.427 i celiaci, quasi 16.000 in più rispetto al rapporto precedente, con netta prevalenza femminile (due terzi, in Toscana sono 10.949) sul panorama maschile (4.402). Lombardia in testa (con quasi 38.000 residenti, il 19% della popolazione celiaca nazionale sta qui), seguita da Lazio (19.000 e poco più) e Campania (quasi 19.000). La Toscana sta al quinto posto (con 15.350 individui, l’8% degli Italiani) preceduta da Emilia Romagna (circa 16.000), dopodiché arrivano Sicilia (vicina ai 15.000) e Piemonte (poco più di 13.000).

«La celiachia, oggi considerata una malattia cronica, è una condizione spesso a rischio di complicanze ma la diagnosi precoce e un corretto regime alimentare possono portare alla completa remissione dei sintomi – si legge nelle note conclusive della Relazione 2016 al Parlamento sulla celiachia da parte del Ministero della Salute - La terapia per i celiaci è rappresentata dalla dieta rigorosamente priva di glutine, agevolata da un’ampia gamma di prodotti disponibili sul mercato». Da ricordare che per il nostro Servizio Sanitario i celiaci acquistano tali prodotti in regime di esenzione.

E in Toscana abbiamo due importanti realtà specializzate, appunto, nella produzione e commercializzazione di questa specifica tipologia di alimento. Si tratta della Probios di Calenzano (Fi) e della Nt Food di Altopascio (Lu). «Se il mercato degli alimenti gluten free – sottolinea Coldiretti, la principale associazione dei coltivatori agricoli – è cresciuto del 20% all’anno, sono saliti al 58% i ristoranti che offrono ricette senza glutine. Un cambiamento di abitudini riconosciuto anche dal paniere Istat che nel 2015 ha sancito l’ingresso della pasta e dei biscotti gluten free per il calcolo dell’inflazione. Si stima che a scegliere questa tipologia di alimenti sia quasi il 10% degli italiani, anche se a beneficiare dell’assistenza sono solo i celiaci riconosciuti. La crescita della domanda ha provocato anche – conclude Coldiretti – un cambiamento nella produzione con il ritorno nelle campagne italiane di grani antichi a basso contenuto di glutine per la produzione di pasta e biscotti anche attraverso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica».

Un mercato, dunque, in grande espansione e di concrete prospettive di crescita che ad oggi in Italia – in base ad un’analisi di Coldiretti - ha registrato una spesa annua pari a 320 milioni di euro. Che in Toscana, secondo una rilevazione Iri (società internazionale specializzata in ricerche di mercato) nei supermercati ha toccato i 20 milioni e 700 mila euro di spesa da parte delle famiglie, con una percentuale di crescita pari al 7%, trainata principalmente dalle categorie pane (+15.3%) e snack (+5.8%).
«Tutti i grandi brand si stanno avvicinando al gluten free per cui la forbice di differenza prezzo con il convenzionale che si aggira sul 25% si sta riducendo» spiegano da Nt Food, importante realtà toscana nata nel 2012 ad Altopascio con basi molto salde in un’altra azienda, la Nuova Terra, fondata nel 1989 e poi venduta appunto nel 2012. Tre stabilimenti (due ad Altopascio, uno a Porcari inaugurato due anni fa triplicando la capacità produttiva totale) specializzati nel senza glutine, con un centinaio di articoli dedicati unicamente a chi non vuole ingerire tale sostanza proteica ma anche a chi è intollerante al lattosio.

E nell’intento di sviluppare soluzioni per semplificare la vita dei celiaci, la Nt Food (22 milioni di fatturato nel 2017, raddoppiato nell’arco di 6 anni) che produce per quasi tutte le principali insegne della grande distribuzione, ha creato anche formati monoporzione. Sono così nati gli snack e le tre versioni di Panfette, il cui fatturato di vendita si aggira intorno ai 3 milioni di euro. Preceduti, nella scala delle vendite, dalle farine (4 milioni di euro) e il pangrattato. «Prodotti molto apprezzati perché hanno un’ottima resa – commentano dall’azienda di proprietà delle sorelle Giovanna e Nicoletta Del Carlo con alle spalle generazioni di panificatori – sono facili da impastare e soprattutto, come tutti i nostri alimenti, hanno un gusto affine al convenzionale».

Probios è un’altra interessante realtà toscana che quest’anno festeggia i quarant’anni dalla fondazione a Calenzano nel 1978. Uno dei più grandi poli del biologico italiano, furono i primi ad importare dal Giappone la macrobiotica, aprendosi poi venti anni fa al canale del gluten free. Dal 1990 è di proprietà di Fernando Favilli e Rossella Bartolozzi: 33 milioni di euro di fatturato, cresciuto del 9,5% negli ultimi 5 anni con un totale di circa 900 proposte di cui oltre quattrocento indirizzate ai celiaci.

Esportano circa il 30% del fatturato (con crescita del 20) in 52 paesi fra i quali la Germania dove esiste un’altra sede (qui va il 10% dell’export) seguita da Belgio e Olanda, con interessanti segnali di attenzione da parte dei Paesi Scandinavi e Arabia Saudita. «Certo – precisano dall’azienda di Calenzano – l’Italia resta il nostro principale mercato di riferimento. Qui cresciamo del 10%». E vista l’espansione, Probios sta puntando anche su ingredienti alternativi. Il riso, ad esempio. Ma anche il mais, il teff (una pianta erbacea originaria dell’Etiopia e dell’Eritrea, assimilabile ai cereali), quinoa, amaranto, grano saraceno.
 
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