TAGLI AI BUONI PER I CELIACI, IL NO DI AIC

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basiado
icon13  view post Posted on 12/9/2012, 10:36




In periodo di tagli pesanti alla sanità italiana, si paventa l'abbandono dell'esenzione alla spesa sanitaria per molte patologie croniche. Tra le varie voci al vaglio del governo, l'abolizione dei "buoni" ASL per gli alimenti senza glutine, con l'introduzione di ticket commisurati col reddito secondo ISEE.
AIC ha subito preso posizione contro questa possibilità, per adesso ancora al tavolo istituzionale. Riporto il comunicato ufficiale così come appare sul sito AIC nazionale:

Tagli alle esenzioni, solo ipotesi. AIC: confronto subito

Sono ancora lontani dall’assumere i tratti di una proposta concreta i paventati “tagli” alle esenzioni a cui oggi hanno diritto i celiaci diagnosticati che devono procurarsi i prodotti senza glutine per la loro dieta. A prefigurare lo stop dell’erogazione gratuita degli alimenti gluten free nelle farmacie e in altri esercizi convenzionati, con la conseguente introduzione di nuovi ticket, è infatti per ora solo una “bozza di lavoro" allo studio della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Motivo dell’ipotesi? L’insufficiente finanziamento statale al settore sanitario nel biennio 2013-2014, per cui si ritiene necessario ricorrere alla compartecipazione dei cittadini alla spesa introducendo ticket per i cosiddetti "dispositivi medici", compresi gli alimenti senza glutine distribuiti nelle farmacie. Ticket da proporzionare a reddito e patrimonio mobiliare e immobiliare delle famiglie misurati con l'Isee. Per cui le esenzioni rimarrebbero solo per chi ha meno, secondo la logica del “sanitometro”. Questo, in sintesi, il contenuto della “bozza di lavoro” predisposta dagli assessori alla sanità, che la Conferenza delle regioni e delle province autonome non ha ancora trasformato in un proprio documento ufficiale. L’organismo tornerà a discuterne alla presenza dei Presidenti Regionali l’8 febbraio prossimo.

Non siamo quindi in presenza di una decisione né di un decreto di prossima attuazione. Ma non per questo è il caso di abbassare la guardia. Anzi. Superato l’allarme iniziale di fronte alla notizia diffusa in modo impreciso qualche giorno fa da alcuni media, AIC segue con attenzione gli sviluppi di questa “evenienza” e non intende lasciare nulla di intentato affinché rientri. E’ in diffusione ai Presidenti delle Regioni italiane ed ai dirigenti degli Assessorati alla Salute un documento che motiva il NO di AIC al ticket e chiede un tavolo tecnico di confronto sulla questione. In gioco, infatti, vi è un duplice grave rischio. Primo: con la fine dell’esenzione l’Italia perderebbe il primato che vanta in Europa in termini di tutela dei celiaci. Oggi infatti il nostro Paese è un esempio a livello comunitario, avendo riconosciuto da quasi trent’anni il diritto dei celiaci all’approvvigionamento gratuito degli alimenti senza glutine dei quali hanno bisogno per la loro dieta.

Il secondo rischio da fugare sta nell’ingiusta penalizzazione che le persone a cui è stata diagnosticata la celiachia subirebbero insieme alle loro famiglie se dovessero pagare un ticket, sia pur commisurato alla ricchezza, per ottenere i prodotti senza glutine. Oltre all’oggettivo stato di svantaggio individuale e sociale in cui si trovano a causa di questa patologia, esse sarebbero costrette a sobbarcarsi anche degli oneri per seguire l’unica “cura” finora esistente allo scopo di non veder peggiorare rapidamente la loro salute. Agganciare al reddito e al patrimonio familiari l’accesso ai “farmaci salva-vita” che per i celiaci sono gli alimenti senza glutine, significherebbe indebolire il diritto primario alla tutela della salute. Salute il cui deterioramento implicherebbe maggiori costi per il sistema sanitario. Su questi temi AIC intende aprire al più presto un confronto con la Conferenza delle regioni e delle province autonome.
 
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